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Phoenix

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2004 10:24
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24/04/2004 10:19

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“Per il nuovo album Alphabetical, Thomas Mars, Christian Mazzalai, Laurent Brancowitz e Deck d'Arcy si sono chiusi in studio cercando di creare un lavoro più completo e più personale di United: “Abbiamo soprattutto cercato di creare una vera simbiosi, nella quale ciascun membro fosse ugualmente responsabile per le liriche, per le musiche, per gli arrangiamenti e per la produzione”.
I Phoenix hanno il grande pregio di saper mettere assieme i suoni apparentemente incompatibili, dando vita a sonorità mai artificiali, mai noiose. Alphabetical è un lavoro completo: moderno ma senza tempo; corale ma intimistico. Così il pop gallico si diffonde. E cambia, con i Phoenix. “Abbiamo cambiato un po’ il nostro sound perché è una cosa che ci sentivamo dentro e il primo album era solo un test per provare nuove strade. La cassa in quattro non è pertanto per noi una prerogativa, anzi, forse per la sua ripetitività ci ingabbia un po’ troppo”. Ecco come la pensa la band, che in realtà, tra decine di collaboratori e turnisti, è un semplice duo.

Parla spesso, Laurent “Branco” Brancowitz. “Non siamo un gruppo hip-hop né house ma stiamo attenti a quello che circola nell’underground. Il nostro amico Jack Lahana ha fatto un remix molto break di uno dei nostri singoli e noi ne siamo fieri”. C’è parecchia Italia nei Phoenix. Laurent spiega.”Sono di origini italiane. Ho parenti a Trento. Seguiamo da vicino la scena dei Subsonica, dei Litfiba, poi i Cccp e Celentano. Ci piace Pino Donaggio. Pino Palladino ha suonato nel nostro ultimissimo album.
Anche perché i Phoenix non sono che il suono americano ma molto contemporaneo”.
Tutto iniziò nel ’91, quando il cantante, Mar, incontrò Deck D’Arcy (bassista) e Christian Mazzalai (chitarrista) intenti a suonare nel garage della loro casa. Laurent arrivava dall’esperienza dei Darlin’. Nel ‘95, il movimento di Hank Williams e dei remake di Prince per rinverdire il repertorio. Ma è nel ‘97 che i Phoenix, pubblicando cinquecento pezzi sulla label di Laurent, la Ghettoblaster, iniziano a far girare il loro nome. “La Source ci chiamò subito. Poi abbiamo impiegato due mesi per fare United. Il nostro credo ancora oggi resta una musica molto ironica. L’importante è proseguire a essere indipendenti, anche se collabori con una major”, ammette Thomas. Fanno tutto da soli, i due. Non è pop patinata, questa, da classifica a tutti i costi. “Penso che ognuno faccia quello che vuole, oggi, e se si affida al suono ad esempio dei Neptune allora vuole qualcosa di preciso”.
Questo per dire che il loro stile è più che personale. “Noi siamo colpiti dalla crisi del mercato e certo è che le risorse ora sono molto più concentrate sugli artisti, perché non ci si può prendere il lusso di sbagliare in un periodo così delicato”. Ghettoblaster, si è detto. “La nostra etichetta. Facciamo solo vinile. Niente cd. Nient’altro. Facciamo cose solo per dj, delle versioni da 20 minuti di brani nostri. Non serve a fare scouting: non abbiamo tempo per fare gli A&R. Sono progetti molto b side. Vogliamo stare indipendenti e questo è l’unico modo di esserlo: con un’etichetta. Non siamo una casa discografica e infatti non ci appoggiamo a una distribuzione. Il problema degli mp3? Non ci tocca. E’ la qualità che li frega. Sono come le cassette che si facevano una volta: non hanno una copertina, non hanno un’immagine, non hanno amore. Il nostro pubblico, i nostri fan provano amore vero per la musica”.
Dentro il loro studio, creano. Pensano. “E’ un buon momento per la musica francese. I Daft Punk hanno aperto la strada e ora tocca di nuovo agli Air. Noi diciamo di tenere d’occhio DJ Falcon: quando lo sentiamo alziamo il volume della radio. Facciamo delle cose insieme a lui, nei club: feste. Lui è uno dei pochi dj davvero creativi, uno capace di remixare un brano in diretta con più giradischi e un mixer”. Lo studio, si diceva. “Siamo una band da studio, Però quando saliamo sul palco cambia tutto. Vogliamo fare altro, nei nostri live show. Il suono deve essere più vero ed energico mentre nei cd deve essere più pulito”.

Più che la solita French band… “siamo un groovoso gruppo che fa Gallic house oppure chilled moog music”. Realizzarono un disco, Heatwave, per una compilation della Source Rocks. Si fermarono e dopo una lunga pausa produssero prima United e poi Alphabetical, album che li portano in giro per il mondo. “Noi ci facciamo influenzare da tutto, da Serge Gainsbourg e Ac/Dc, dal country e western sino al blues, poi da Michael Jackson ed Ennio Morricone, senza contare il sassofonista Gil Scott Heron”. Ma si può andare oltre, farsi trascinare dal suono di sintonizzatore di Jump dei Van Halen, oppure “dalla grazia di Honeymoon ai ritmi africani al clavinet, poi Iggy e ‘Kill City’ di James Wiliamson”. Creatività dalla Francia. “Per tanti può sembrare una moda ma non è così; è stato il movimento hip-hop e house a permettere a tanti giovani di avvicinarsi alla musica. Come nel nostro caso”. Don Carlos? “E’ un ristorante messicano di Parigi: è molto caro, ti senti però molto lontano dall’Europa quando sei lì”.

Biografia
La storia dei Phoenix inizia nel 1991: Thomas Mars, Deck D'Arcy e Christian Mazzalai suonano in una garage band in Francia e, molto appropriatamente, provano nel garage di Thomas, alla periferia di Parigi. In quel periodo il fratello maggiore di Christian, Branco, fa parte dei Darlin', gruppo indipendente di breve durata, ma ben presto entra nei Phoenix affiancando il fratello alla chitarra. Iniziano a suonare nel circuito dei bar con un repertorio fatto solo di cover di Hank Williams e Prince ma nel 1997 si battezzano Phoenix e stampano 500 singoli per la loro etichetta Ghettoblaster. Con un lato A di stile punk e uno scoppiettante lato B di genere Kraut rock, il singolo dà un'idea dell'eclettismo che caratterizzerà il gruppo. L'etichetta parigina Source si mette subito sulle loro tracce. Il passo successivo è una partecipazione alla compilation Source Rocks con Heatwave. Il brano va bene ma non è il genere che si aspettava l’etichetta.

Link
Phoenix sito ufficiale: www.wearephoenix.com {under construction}
La newsletter ufficiale: iscriviti da qui
La casa discografica: www.virginmusic.it
Link al loro grande successo: www.clarin.com/suplementos/si/00-08-25/02.ram

[Modificato da ~~SerpeWeb~~ 24/04/2004 10.21]



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24/04/2004 10:24

UNA SU TUTTE!!!
PHOENIX - IF I EVER FEEL BETTER

They say an end can be a start
Feels like I've been buried yet I'm still alive
It's like a bad day that never ends
I feel the chaos around me
A thing I don't try to deny
I'd better learn to accept that
There are things in my life that I can't control

They say love ain't nothing but a sore
I don't even know what love is
Too many tears have had to fall
Don't you know I'm so tired of it all
I have known terror dizzy spells
Finding out the secrets words won't tell
Whatever it is it can't be named
There's a part of my world that' s fading away
You know I don't want to be clever
To be brilliant or superior
True like ice, true like fire
Now I know that a breeze can blow me away
Now I know there's much more dignity
In defeat than in the brightest victory
I'm losing my balance on the tight rope
Tell me please, tell me please, tell me please...

If I ever feel better
Remind me to spend some good time with you
You can give me your number
When it's all over I'll let you know

Hang on to the good days
I can lean on my friends
They help me going through hard times
But I'm feeding the enemy
I'm in league with the foe
Blame me for what's happening
I can't try, I can't try, I can't try...
No one knows the hard times I went through
If happiness came I miss the call
The stormy days ain't over
I've tried and lost know I think that I pay the cost
Now I've watched all my castles fall
They were made of dust, after all
Someday all this mess will make me laugh
I can't wait, I can't wait, I can't wait...

If I ever feel better
Remind me to spend some good time with you
You can give me your number
When it's all over I'll let you know

It's like somebody took my place
I ain't even playing my own game
The rules have changed well I didn't know
There are things in my life I can't control
I feel the chaos around me
A thing I don't try to deny
I'd better learn to accept that
There's a part of my life that will go away
Dark is the night, cold is the ground
In the circular solitude of my heart
As one who strives a hill to climb
I am sure I'll come through I don't know how
They say an end can be a start
Feels like I've been buried yet I'm still alive
I'm losing my balance on the tight rope
Tell me please, tell me please, tell me please...

consigliabili anche "Everything is Everything", "Too young"...
[SM=x237455] [SM=x237453]


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