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HERMANN HESSE

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2005 21:26
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03/03/2005 19:54

Ragazzi da oggi voglio iniziare a parlarvi del mio autore preferito...
ormai leggo suoi libri da 3 anni e non riesco a smettere...
non riesco a leggere altri libri, perchè ho sempre voglia di leggere i suoi....
sarà difficile riuscire a leggere tutte le sue opere, ma spero di riuscirci prima o poi....
Amo la sua opera e spero di riuscire a trasmettervi le emozioni che ricevo leggendo ogni suo libro...


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03/03/2005 19:56

Breve Biografia

1877. 2 luglio. Hermann Hesse nasce a Calw sulle sponde del fiume Nagold (Württemberg.)
Entrambi i genitori, Johannes Hesse e Marie Gundert, avevano vissuto in India come missionari. Suo nonno da parte di madre è il noto orientalista, missionario e indologo Hermann Gundert.

1881-86 La famiglia vive a Basilea perché qui ha sede la casa madre della Società Missionaria.

1883. Tutta la famiglia prende la cittadinanza svizzera.

1886-92. Frequenta la scuola in Calw e Göppingen. Seminarista nel seminario evangelico di Maulbronn. Il padre nel 1890 chiede per Hermann, unico nella famiglia, la cittadinanza del Württemberg.

1892. Hesse si trova nella clinica per pazienti con disturbi psichici a Bad Boll. Dopo un tentativo di suicidio, viene ricoverato per tre mesi alla clinica psichiatrica di Stetten.

1895-98. Hesse lavora come apprendista libraio presso la libreria Heckenhauer a Tubinga.

1898. Esce il suo primo libro, le poesie Romantische Lieder (Canti Romantici).

1901 In primavera inizia il suo primo viaggio di sette settimane in Italia.

1904. Matrimonio con Maria Bernoulli e trasloco a Gaienhofen, nella parte tedesca del lago di Costanza.

1906. Pubblicazione di Unterm Rad (Sotto la ruota).

1911. Da settembre a dicembre viaggio per l’Indonesia e Ceylon con il pittore Hans Sturzenegger.

1912. Si trasferisce con la famiglia a Berna.

1914. Si presenta volontario all’Ambasciata Tedesca per il servizio militare ma viene dispensato perché inabile. Nel novembre del 1914 esce il suo primo articolo contro la guerra.

1914 – 1918. Si dedica all’assistenza dei prigionieri di guerra germanici.

1916. Hesse inizia la psicanalisi. In questo periodo si avvicina alla pittura ed al disegno.

1919. Si separa dalla famiglia e si trasferisce in Ticino a Montagnola nella Casa Camuzzi. Esce Demian.

1922. Esce Siddhartha – Eine indische Dichtung (Siddharta – Un poema indiano).

1923. Divorzio dalla prima moglie.

1924. Secondo matrimonio con la cantante Ruth Wenger. Hesse riprende la cittadinanza svizzera.

1927. Divorzio dalla seconda moglie. Pubblica Der Steppenwolf (Il lupo della steppa).

1931. Trasloco alla Casa Rossa a Montagnola. Terzo matrimonio con Ninon Dolbin.

1932-42. Lavora a Das Glasperlenspiel (Il giuoco delle perle di vetro).

1933-45. Durante la dittatura di Hitler in Germania, Hesse e sua moglie Ninon aiutano innumerevoli emigrati ed Ebrei in fuga dalla persecuzione.

1939-45. Nella Germania nazista le opere di Hesse vengono dichiarate indesiderate e non vengono concesse nuove edizioni.

1943. In Svizzera esce Das Glasperlenspiel in edizione completa.

1946. Hesse riceve il Premio Goethe della città di Francoforte ed il Premio Nobel per la letteratura.

1962. Il 9 agosto Hesse muore di apoplessia.


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03/03/2005 19:59

Premio Nobel


Il tardivo capolavoro di Hermann Hesse Das Glasperlenspiel (Il Giuoco delle Perle di Vetro) dovette essere pubblicato in Svizzera nel 1943; in Germania era indesiderato. Solamente nel 1946 Hermann Hesse potè essere ripubblicato in Germania. Thomas Mann scrive in una lettera ad Erich Kahler nel 1947 su Das Glasperlenspiel: «Appartiene alle poche e grandi opere coraggiose e tenaci, che il nostro tempo bastonato e devastato dalla grandine abbia da offrirci.»
Fu del resto Thomas Mann che propose Hesse, suo amico e collega, per il Premio Nobel. In seguito, quando nel 1945 gli fu conferito il Premio, Hermann Hesse reagì con riluttanza e si ritirò per una terapia di quattro mesi a Marin, nella Svizzera Romanda. A rappresentarlo in Svezia ci fu l’ambasciatore svizzero. Il conferimento del premio suscitò un veemente interesse pubblico, tanto che l’ufficio postale di Montagnola fu costretto ad acquistare una carriola per trasportare le lettere ed i pacchi alla Casa Rossa.
Non influenzato da ciò, Hermann Hesse scrisse a Richard Matzig il 6 Febbraio 1947: «Sono un uomo malato e vecchio, e il mondo si è messo in testa di lapidarmi a morte con premi, dissertazioni, congratulazioni e lettere. Non c’è nulla da fare contro questo, ma coloro che lo fanno, non aspettino gratitudine dalla loro vittima.»



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03/03/2005 20:02

«Il sole ci parla con la luce,
col profumo e il colore parla il fiore,
con le nuvole, con la neve e la pioggia
parla l’aria. Nel tempio del mondo
vive un impulso che mai si placa
a infrangere il mutismo delle cose
con parola, gesto, colore, suono
per esprimere il mistero dell’Essere.»




(e direi che per oggi può bastare...[SM=x237352] , a presto con Hesse cari amici)


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06/03/2005 12:21

Aforismi...

L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.

L'amore non vuole avere, vuole soltanto amare.


Non permettere alla donna di cambiarti, quando l'avrà fatto si sarà stancata di te.


Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa sente se stessa e percepisce la propria vita.


Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno.


Ancora oggi non conosco nulla di più prezioso al mondo di una solida e sincera amicizia fra uomini.

Bontà e ragione non sono nella natura, ma esistono in noi, in noi esseri umani con i quali il caso si diverte; ma possiamo essere più forti del caso e della natura, anche se solo per pochi istanti. Possiamo anche essere vicini l'uno all'altro, quando ce n'è bisogno, e guardarci negli occhi con comprensione; possiamo amarci e vivere confortandoci a vicenda.

Hermann Hesse


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29/03/2005 13:09

Poesia.....


Sono una stella




Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.

Sono il mare che di notte si infuria,
che mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.

Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.

Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.



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29/03/2005 13:11

Stanco d'amore...


Nei rami s'addormenta cullando
il vento stanco. La mia mano
lascia un fiore rosso sangue
morire lacerato sotto un sole rovente.

Ho già visto fiorire e morire
molti fiori;
vengono e vanno gioie e dolori,
e custodirli nessuno può.

Anch'io ho sparso
nella vita il mio sangue;
non so però, se mi dispiace,
so solo, che sono stanco.


[SM=x237320] [SM=x237320] [SM=x237320]


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30/03/2005 13:03

«L’unità che io venero dietro il molteplice, non è una noiosa, grigia unità di tipo cerebrale o teoretico. Ma è la vita stessa, piena di gioco, piena di dolore, di riso.»


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30/03/2005 13:15

Donne


Nell’ambito familiare di Hesse, due donne ebbero grande importanza per la sua formazione: sua madre Marie che morì nel 1902 e la sorella Adele, di due anni maggiore, con la quale fu in stretti rapporti fino alla morte di lei nel 1949.
Nel 1904 Hesse si sposa con Mia Bernoulli, maggiore di nove anni – la prima donna in Svizzera ad avere un suo studio fotografico. Si trasferiscono a Gaienhofen sul lago di Costanza, dove nascono i tre figli: Bruno nel 1905, Heiner nel 1909 e Martin nel 1911. Mia Bernoulli e Hermann Hesse si separano nel 1919.
In Ticino Hermann Hesse fa conoscenza della giovane Ruth Wenger, che sposerà nel 1924; dopo tre anni divorzieranno.
Poco dopo, appare nella vita di Hermann Hesse Ninon Ausländer, sposata Dolbin. La coppia nel 1931 si trasferisce nella Casa Rossa a Montagnola. Si sposano nello stesso anno. Hermann Hesse resterà con Ninon fino alla sua morte, nel 1962.
Le donne nella vita di Hesse, a partire da sua madre, hanno una caratteristica comune: una personalità complessa e l’energia e il coraggio di condurre una vita propria indipendente dall’uomo.




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30/03/2005 13:16

La musica


Nella vita di Hesse la musica ebbe un ruolo importante già dall’infanzia. Nella casa dei genitori si faceva musica. La madre suonava il piano e cantava, i figli impararono a suonare degli strumenti e insieme eseguivano concerti in casa. Hermann si dedicò al violino, ma a 15 anni smise, e passò lo strumento al fratello Hans; qui termina la sua attività musicale.
Tuttavia rimase per sempre un ascoltatore entusiasta. La sua prima moglie, Mia, suonava il pianoforte, cosicché la famiglia già ai tempi di Gaienhofen godeva della musica anche senza grammofono o radio.
Fino alla fine degli anni venti, Hesse a Basilea ed a Berna strinse numerose amicizie con musicisti, compositori e cantanti. Ascoltava numerosi concerti di loro o in loro compagnia, parlava di musica e di compositori, imparava da loro, li apprezzava come compagni nei suoi viaggi in Italia.
I nomi più importanti sono: Othmar Schoeck, Fritz Brun, Alphonse Brun, Volkmar Andreae, Ilona Durigo e Hermann Suter.
Negli anni successivi, quando la libertà di movimento e il piacere di viaggiare di Hermann Hesse calarono, diventarono sempre più importanti i concerti alla radio.
Sebbene si dica nel Il lupo della steppa che la radio diffonde solo una disgustosa mucillagine di suoni, Hesse si godeva coscientemente e concentrato i brani di musica da lui preferiti, specialmente nei giorni di festa come Pasqua, Pentecoste e Natale.
Da giovane apprezzò tra i compositori Chopin, ma anche Brahms e Wagner, in seguito si allontanò da questi ultimi, in particolare modo con energia da Wagner.
Amò tutta la vita Schubert, Schumann e Händel e soprattutto espressamente Mozart e Johann Sebastian Bach.
Tra i compositori che musicarano le poesie di Hesse, egli apprezzava ed elogiava solamente il suo amico Othmar Schoeck.



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30/03/2005 13:17

Religioni


Hesse, quale figlio di missionari pietisti che erano stati attivi in India prima della sua nascita, entrò ben presto a contatto con la cultura e la religione indiana. Da un lato egli ha riflettuto durante tutta la vita sulla sua origine cristiana, sul significato e l’insegnamento di Gesù. Già nel 1900, all’età di 23 anni, egli iniziò a sviluppare un vivace interesse per San Francesco d’Assisi, che appare nei suoi romanzi Hermann Lauscher e Peter Camenzind e che trova espressione nel 1905 nella monografia Francesco d’Assisi. Dall’altro lato, Hesse ha studiato testi indiani teologico-filosofici come le Upanishad e la Bhagavadgita, si è occupato del brahmanesimo e dell’insegnamento di Buddha. La saggezza e la profondità di questi insegnamenti, il loro credo nella presenza del Sé divino in ogni singolo essere, hanno fortemente influenzato Hesse e vengono rielaborati letterariamente in molte delle sue opere come Demian, Klein e Wagner e in particolar modo Siddharta. Inoltre Hesse, all’età di 30 anni, iniziò a studiare intensamente le dottrine cinesi, sollecitato da suo padre Johannes, che gli consigliò i testi di Lao Tse. Seguì lo studio della letteratura cinese in tutte le sue sfaccettature: oltre a Lao Tse, oltre ai Discorsi di Confucio e alle parabole di Dschang Dsi, Hermann Hesse è stato affascinato pure dal libro degli oracoli dell’antichità cinese I King e dai poeti classici Li Tai Pe e Thu Fu. L’opera di Hermann Hesse è stata influenzata dal taoismo cinese, la dottrina dell’unità bipolare della vita che si trova costantemente soggetta a cambiamenti e trasformazioni.Però anche Confucio con la sua dottrina dello Stato e l’etica alquanto severe venne sempre più apprezzato da Hesse in età matura, e penetrò nella sua creazione letteraria; si pensi per esempio alla provincia Castalia nella sua grande ultima opera Il gioco delle perle di vetro.
Probabilmente con questi presupposti non sarà più difficile rispondere alla domanda, perché i libri di Hermann Hesse siano stati tradotti in 60 lingue, e come mai egli sia lo scrittore tedesco maggiormente letto nel ventesimo secolo. Era in grado di convertire le antiche saggezze e i contenuti religiosi e filosofici, in letteratura; in maniera che il lettore, indifferentemente dalla sua provenienza dall’India, dall’Europa, dal lontano Oriente o dall’America, è sostenuto e accompagnato nella ricerca del proprio Sé profondo e del proprio cammino. Novanta anni fa come oggi, Hesse aiuta innumerevoli esseri umani a trovare la propria identità di individui coscienti e responsabili in una comunità umana. Oppure, esprimendolo con le medesime parole di Hermann Hesse: «… ho cercato di scoprire cosa accomuna tutte le confessioni e tutte le forme umane di religiosità, cosa sovrasta tutte le diversità nazionali, cosa può essere creduto e venerato da ogni popolo e da ogni singolo individuo.»




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30/03/2005 13:22

Aforisma del giorno....

Il sublime umorismo comincia con la rinuncia dell'uomo
a prendere sul serio la propria persona.


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13/04/2005 21:08

«La funzione del poeta non è di indicare delle vie, ma innanzi tutto di risvegliare nostalgia.»


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13/04/2005 21:11

Casa Camuzzi

Quando nel 1919 Hermann Hesse si separò dalla famiglia e traslocò nel Ticino, dopo poche settimane trovò alloggio nella Casa Camuzzi, costruita nel 1853 dall’architetto Agostino Camuzzi. Nello stile delle case di campagna russe, con influssi barocchi, è dotata di giardino esotico a terrazzi.
Hermann Hesse visse in questo luogo la sensualità del Sud con un’intensità mai provata prima.
Nel 1920, nel racconto L’ultima estate di Klingsor descrive questo sentimento della vita e l’amato giardino della Casa Camuzzi: «Sotto di lui sprofondava a picco, vertiginoso, il vecchio giardino immerso nell’ombra, un groviglio di fitte cime d’alberi, palme, cedri, castagni, alberi di Giuda, faggi sanguigni, eucalipti, avvinghiate da piante rampicanti, liane, glicini. Al di sopra della cupa oscurità degli alberi scintillavano, rifrangendo smorti bagliori, le grandi foglie metalliche delle magnolie e tra il fogliame giganteschi fiori, bianchi come la neve, dischiusi a metà, grandi come teste umane, pallidi come luna e avorio, dai quali si effondeva penetrante ed alato un acuto profumo di limone.»
Ispirato da questo ambiente, Hermann Hesse faceva lunghe passeggiate, che gli suggerirono numerosi acquerelli.
Parte del complesso della Casa Camuzzi è costituito dalla Torre Camuzzi, dove si trova oggi il Museo.
La Casa Camuzzi ed il giardino sono di proprietà privata, e possono essere ammirati solo dall’esterno.



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13/04/2005 21:15

La Casa Rossa

Hermann Hesse con la sua terza moglie Ninon traslocò nel 1931 nella Casa Rossa a Montagnola, a circa 10 minuti di cammino dal Palazzo Camuzzi. Il suo amico e mecenate Hans C. Bodmer di Zurigo aveva messo a disposizione della coppia i mezzi per l’acquisto del terreno e per la costruzione della casa e aveva concesso il diritto di residenza per tutta la vita.
Dopo il 1931, dipingere ad acquerello diventa di secondaria importanza. Hermann Hesse è il signore di un grande terreno ove coltiva vigneti, verdure e fiori, e apprezza l’effetto meditativo del giardinaggio. Nell’idillio Stunden im Garten (Ore nell'orto), Hesse descrive le sue sensazioni e i suoi pensieri durante la cura del giardino e racconta il significato magico del fuoco e della terra. Suo figlio Bruno, che gli rendeva spesso visita a Montagnola, ha ricordato che suo padre ha ideato il contenuto dell’opera Das Glasperlenspiel (Il giuoco delle perle di vetro) durante i momenti di giardinaggio, a contatto con la terra.
«Divido la mia giornata tra lo studio ed il lavoro in giardino, quest’ultimo serve alla meditazione e alla digestione spirituale, e per questo viene svolto in solitudine.» (da una lettera a Carlo Isenberg, aprile 1934).
Il museo espone fotografie di Hermann Hesse, scattate per la maggior parte da suo figlio Martin, che lo ritraggono con cappello, vecchio abito da lavoro e gerla, assorto nel piantare, sarchiare, tagliare, legare. Inoltre vi si trovano la sua cesoia e le edizioni di Stunden im Garten.

» illustrazione di Gunter Böhmer



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13/04/2005 21:21

Hermann Hesse si spostava preferibilmente a piedi. Solo negli ultimi anni si faceva accompagnare in macchina da sua moglie Ninon. Per questo Hesse è spesso definito come «l’eterno camminatore». Nella sua ricerca fu pronto ad oltrepassare limiti non solo nel senso fisico. Hermann Hesse sperimentò il piacere della passeggiata e la gioia della scoperta girovagando per paesaggi ignoti, con particolare intensità in Italia, nei viaggi che intraprese dal 1901 al 1914. Lontano dai consueti itinerari, scoprì in primo luogo l’Italia settentrionale, la Toscana e l’Umbria. Dopo il 1919, fu il Ticino a regalargli questo piacere dei sensi, che lui stesso descrisse nel suo libro Wanderung (Passeggiate). Partendo da Montagnola, Hesse esplorava il Ticino Meridionale e le regioni vicine in Italia. Munito spesso di cavalletto, tavolozza e sgabello da pittore fissava le sue impressioni e sensazioni in schizzi ed acquerelli.
«La nostra smania di vagabondaggio e di vita errabonda è in gran parte amore, erotismo. Il romanticismo del viaggio è per metà nient’altro che attesa dell’avventura. Ma per l’altra metà esso è impulso inconsapevole a trasformare e dissolvere l’elemento erotico. Noi viandanti siamo abituati a coltivare i desideri amorosi proprio per la loro inappagabilità, e quell’amore che apparterrebbe alla donna noi lo dissipiamo profondendolo al villaggio e alla montagna, al lago e alla voragine, ai bimbi sul sentiero, al bove sul prato, all’uccello e alla farfalla. Noi liberiamo l’amore dall’oggetto, l’amore da solo ci è sufficiente, così come nel nostro vagare non cerchiamo la meta, ma solo il godimento del vagabondaggio per se stesso, l’essere in cammino.» (tratto da Storie di vagabondaggio, Roma 1991)


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Alberi

In molte opere di Hesse paragona l’uomo ad un albero, assimilando così interpretazioni antropomorfiche di culture diverse (ad esempio dell’India, Giappone, Corea, Australia). Così dice nella famosa poesia «Nella nebbia»: Nessun albero vede l’altro, ognuno è solo. Parla di un albero, in cui Piktor, nella fiaba dallo stesso titolo, viene trasformato. Anche nella sua ultima poesia «Scricchiolio di un ramo spezzato», Hermann Hesse utilizza questa metafora per l’uomo.
A Montagnola viene ispirato dagli alberi nel giardino della Casa Camuzzi, dalle passeggiate nei castagneti e più tardi dal giardino della Casa Rossa. Gli alberi diventano per lui creature animate e amiche. Nel 1927 Hermann Hesse scrive nel «Lamento per un vecchio albero»:
«…quando getto uno sguardo su questo giardino, esso non mi dà solo quello che dà allo sguardo rapito ed indifferente di qualsiasi estraneo, ma infinitamente di più…conosco il fogliame di ogni albero, così come i suoi fiori e i suoi frutti, in ogni stadio del divenire e del morire, ognuno di esso è mio amico, di ognuno io solo so i segreti. Perdere uno di questi alberi significa perdere un amico.»
A Montagnola , nei pressi del Museo, i visitatori hanno anche oggi la possibilità di passeggiare nei castagneti e rivivere le descrizioni di Hesse di tassi, faggi rossi, camelie e magnolie.

» le trasformazioni de Pictor





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«Produrre con la penna e col pennello è per me il vino, la cui ebbrezza scalda e fa bella la vita tanto da poterla sopportare.»


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