Iraq: ucciso uno degli italiani rapiti: E' Fabrizio Quattrocchi, aveva 36 anni
Un colpo sparato su un uomo inerme. Un colpo sparato per uccidere un uomo e atterrire un intero paese. È Fabrizio Quattrocchi (in alto a destra nella foto AP)l'italiano trucidato dai terroristi delle Falangi verdi. Lo hanno scelto a caso tra i quattro italiani catturati la notte del 12 aprile sulla strada che da Falluja porta verso la Giordania. Lo hanno prelevato, incappucciato, e finito con un proiettile alla nuca, vicino ad una fossa scavata per terra, la sua tomba, sotto lo sguardo terrorizzato degli altri tre compagni di sventura. Quattrocchi aveva 36 anni, era nato in provincia di Catania ma da tempo viveva a Genova con la madre e i fratelli. Per anni aveva fatto il panettiere, poi aveva trovato lavoro come addetto alla sicurezza.
Sono le 22 di ieri sera. È l'emittente del Qatar -Al Jazeera- ad annunciare la tragedia. Una semplice striscia rossa, una banda che scorre alla base dello schermo informa che uno dei quattro italiani è stato giustiziato. Una striscia rossa che viene ripetuta a ripetizione, finché un'annunciatrice non interrompe le trasmissioni per fornire dettagli. E sono dettagli agghiaccianti. La speaker parla di un comunicato e di un video ricevuti da parte dei sequestratori dei 4 italiani. Ma il video- avverte- non sarà mandato in onda, perché troppo cruento, e per rispetto dei familiari.
Il comunicato, invece, viene fatto vedere, il contenuto scandito bene. È un messaggio rivolto al popolo italiano, e dice: “Se il vostro primo ministro dice che il ritiro delle forze italiane dall'Iraq è fuori discussione, considerato che questo ritiro è legato alla vita di 4 dei vostro osservatori, ciò significa che egli non è interessato alla salvezza degli ostaggi, ma a compiacere i suoi padroni della Casa Bianca. Ed ecco, il primo ostaggio è stato giustiziato, gli altri avranno il loro turno, uno per uno". Firmato, le Falangi verdi di Maometto, il profeta di Dio.
A questo punto, le agenzia di stampa internazionali battono la notizia. E i giornalisti in Iraq cominciano a cercare conferme. Si muove anche la diplomazia. La Farnesina incarica l'ambasciatore in Qatar - Buccino Grimaldi- di contattare l'emittente araba, per visionare il video di quella barbara esecuzione. Per le famiglia dei sequestrati sono momenti di angoscia. Un'angoscia che si protrarrà per due lunghissime ore, in un alternarsi di speranza e disperazione. Un'incertezza totale, in cui le voci si rincorrono, e il panico si impadronisce di uomini e di donne, precipitati in una imprevista, choccante roulette russa. È a Doha, capitale del Qatar e sede di Al Jazeera, che è rivolta l'attenzione generale. Ed è da lì, intorno alla mezzanotte che filtra il verdetto definitivo. L'ambasciatore ha visionato il nastro, lo ha confrontato con quello trasmesso subito dopo il sequestro. Sì, è Quattrocchi la vittima, comunica ufficialmente il ministro degli Esteri, Frattini, pochi minuti dopo aver avvertito la famiglia.