Conferenza sulla talassemia al Liceo! [23 Maggio 2003]

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giovanilampedusa
00sabato 11 ottobre 2003 15:06
Sabato 17 maggio si è tenuta, presso un'aula del liceo scientifico "E. Majorana" di Lampedusa, una conferenza sulla talassemia che ha avuto come partecipanti tutti i ragazzi del liceo nonché alcune persone interessate a saperne di più su questa grave malattia. Grazie all'intervento di illustri medici provenienti dall'ospedale "Cervello" di Palermo, dietro invito dell'assessore alla sanità dott. Mirabella, la conferenza è risultata essere chiara, interessante e coinvolgente. I medici intervenuti (il dott. Siciliano e il dott. Renza) hanno esposto chiaramente quali sono i rischi per una coppia che non è a conoscenza di tale malattia, quali sono le sue conseguenze e le sue manifestazioni, quali sono i motivi per cui questa patologia si manifesta e soprattutto quali sono le misure preventive di sicurezza da adottare per evitare che la talassemia continui a manifestarsi massicciamente. In maniera molto chiara e sintetica, che bene si addiceva al luogo e al bacino di utenza cui il relatore mirava, il dott. Siciliano ha spiegato che la talassemia deriva da un'anomalia presente nella coppia di cromosomi 11 di un qualsiasi individuo. Sostanzialmente la patologia consiste in un deficitario lavoro di quella coppia di cromosomi che diventa cronica (dunque permanete) e si manifesta in tutta la sua tragicità quando entrambi i cromosomi sono anomali. La coppia di cromosomi 11 infatti, può anche essere formata da un cromosoma "malato" e un cromosoma sano (in questo caso l'individuo viene identificato come "portatore sano" e non presenta alcun tipo di malessere o cattivo funzionamento dell'organismo). Un bambino talassemico nasce dall'unione di due portatori sani con una probabilità del 25 % poiché è del 25 % la probabilità che il cromosoma malato di un genitore vada ad unirsi con il cromosoma malato dell'altro genitore. Le uniche forme di prevenzione consigliate dai due medici sono state un screening tempestivo e sicuro che dia una chiara visuale di quelli che potrebbero essere i rischi e le probabilità di generare un figlio talassemico. Il dott. Siciliano ha comunque sottolineato che questo intervento preventivo non vuole essere una forma di razzismo genetico ma solo una precauzione in più che è debita sia ai genitori di futuri bimbi talassemici sia ai bimbi stessi (un bimbo talassimico non accudito e curato ha una prospettiva di vita intorno ai 3, 4 anni). La conferenza si è conclusa con un breve dibattito e con l'entusiasmo manifestato dagli stessi relatori che hanno dichiarato di aver raramente trovato tanta sensibilità e interesse verso il problema durante le loro innumerevoli conferenze in merito a tale patologia.

S.G.
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