con o contro l'America

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tommyXX
00venerdì 28 maggio 2004 15:04
dall'ultimo rapporto Amnesty internationlal
forse non tutti sanno che i 5 membri permanenti del cosiglio sicurezza ONU,dalle cui risoluzioni dipende la pace del nostro pianeta,esportano l'88% delle armi vendute nel mondo.Francia,Germania(che fanno tanto i moralisti della pace nel conflitto iracheno),Svezia, Regno Unito, Italia detengono 1/3 del traffico internazionale di armi.Inoltre i paesi emergenti spendono ogni anno anno 22 miliardi di dollari in armamenti....meno della metà servirebbero per garantire un istruzione primaria a tutti i bambini della Terra.Cosa ne pensate di questi allarmanti dati publicati proprio in questi giorni da Amnesty international??[SM=g27833]

[Modificato da tommyXX 01/06/2004 15.35]

majorx
00venerdì 28 maggio 2004 16:35
il mio punto di vista
io penso che basterebbe "spendere" 1\100 dell'attenzione della stampa su notizie e pubblicazioni come quella di amnesty internatinal da te riportata piuttosto che sulla guerra, sul terrorismo, sulla politica belligerante di certe nazioni x far riflettere un attimino quella parte di ipocriti tra la massa di gente che è sempre pronta a scendere in piazza d'arcobaleno vestita! la guerra è una brutta cosa, e su questo saremo tutti d'accordo, ma la strumentalizzazione è una forma di guerra ancora piu violenta e feroce.. è una guerra unilaterale e impari contro la nostra intelligenza, contro la nostra cultura, contro i nostri diritti e contro la nostra voglia di sapere.
questi dati sono allarmanti.. ci presentano inevitabilmente un mondo gestito da super potenze che ancor prima di un qualsiasi "spicciolo" ideale antepongono un qualsiasi altro "spicciolo" interesse! come fa la francia a dire NO con fermezza ad una guerra contro un terrorista mettendosi a capo dei paesi pacifisti del mondo e riuscire a convivere con lo scheletro nell'armadio di essere oltre che uno dei principali esportatori di armi anche uno dei piu grandi partner petroliferi dell'amico saddam!?!? questi temi purtroppo sono attualissimi per quanto riguarda ogni super potenza, destra o sinistra, pacifista o interventista che sia... e allora perchè innalzarsi a paesi guida o super partes sia da una parte che dall'altra? mi sa che resteremo con questo dubbio ancora per qualche secolo purtroppo ma noi continuiamo a parlarne in questo bel forum [SM=x237410]

[Modificato da majorx 01/06/2004 2.06]

tommyXX
00venerdì 28 maggio 2004 23:46
alla gente fa comodo ignorare certe cose,che ad un okkio + attento sono evidentissime.Il gregge preferisce seguire +ttosto che intraprendere da solo la strada verso la conoscenza.come l'ignoranza di ki andrà a manifestare contro Bush il 4 giugno!!manifestano x le cazzate!!non ho ancora visto una manifestazione a favore di quei popoli che sono sottomessi da tiranni sangunari,non ho mai visto manifestazioni x i diritti delle donne nei paesi musulmani estremisti,non ho mai visto una manifestazione per gli indios del sud america che stanno scomparendo dalla faccia della terra solo perckè qualcuna ha deciso la costruzione di una diga,o di una strada...,non ho ancora visto una manifestazione contro le i 54 conflitti presenti nel nostro pianeta...mentre le prima bandiere della pace sono spuntate solo dopo la guerra in Iraq...come se fosse l'unica!!!potrei andare avanti all'infinto su quanti motivi ci sarebbero x manifestare x cause + serie...ma potete continuare voi stessi l'elenco.
Pace
00sabato 29 maggio 2004 12:16
Pace agli uomini di buona volontà
Faccio parte di quella “gente” che certe cose non le ha scoperte ieri, come voi. Credo che la guerra, cioè l’aggressione militare contro altri esseri umani, sia l’orrore più grande per l’umanità, soprattutto per il nostro tempo. Credo che la pace sia il valore supremo sul quale ogni uomo dovrebbe fondare la sua vita e ogni altro valore. Credo, inoltre, che la costruzione della pace sia dovere principale di ogni Stato che si definisca civile e democratico e di ogni uomo che consideri sacra la vita.
Chiunque condivida i valori della pace e del rispetto della vita umana, fermo restando il diritto di difendere se stessi e il Faccio parte di quella “gente” che certe cose non le ha scoperte ieri, come voi. Credo che la guerra, cioè l’aggressione militare contro altri esseri umani, sia l’orrore più grande per l’umanità, soprattutto per il nostro tempo. Credo che la pace sia il valore supremo sul quale ogni uomo dovrebbe fondare la sua vita e ogni altro valore. Credo, inoltre, che la costruzione della pace sia dovere principale di ogni Stato che si definisca civile e democratico e di ogni uomo che consideri sacra la vita.
Chiunque condivida i valori della pace e del rispetto della vita umana, fermo restando il diritto di difendere se stessi e il proprio Stato, non può scegliere la guerra come soluzione dei conflitti e dei problemi. Voi non credete che chiunque si batta per la pace nel mondo (a proposito, la pace è un valore universale, lo sapete questo, no?), meriti rispetto?
Vi meravigliate della grande mobilitazione che è in atto in Europa, compreso il nostro Paese, ma anche negli U.S.A, contro la guerra in Iraq?. Si tratta di una guerra condotta da Stati democratici dell’occidente, stati che hanno Costituzioni democratiche che dichiarano sacra la vita e la libertà di ogni uomo. Vastissimi settori dell’opinione pubblica di questi Stati, vogliono “dimostrare” ai rispettivi governi delle proprie nazioni, il loro dissenso alla guerra, ad ogni guerra, e il loro desiderio di pace. Oggi l'Italia è presente in Iraq, in qualità di alleata delle forze di occupazione (e peraltro pagando prezzi altissimi), non è presente in Congo o in Guatemala. I movimenti per la pace (per la pace nel mondo) chiedono, coerentemente, che l'Italia diventi concretamente "qui e ora" costruttore di pace. Chiedono il rispetto della Costituzione che stabilisce che l'Italia "ripudia la guerra". Lo fanno, facendo sventolare una bandiera.
Una bandiera con i colori dell’arcobaleno, che non ha mai fatto male a nessuno.


tommyXX
00sabato 29 maggio 2004 21:01
caro amico della pace
caro amico della pace,anch'io condivido come te il valore di questo bene supremo quanto idealistico,ma purtroppo il mondo è molto + complesso di come ce lo immaginiamo.Quella irachena,come l'afgana,è solo una battaglia,e la sua conclusione è decisiva per la pace,che non nasce sotto il cavolo della bontà universale,come i bambini delle favole,ma può essere instaurata,imposta,solo con il coraggio e la misura e la forza calcolata del'intervento politico-militare.poi vorrei dire che le guerre americane di questi ultimi anni non sono d'attacco bensi di difesa.t spiego perchè:l'11 settembre 2001 a qualcuno è venuta la felice idea di lanciarsi con 3 aeri sulle twin towers e con altro sul pentagono...secondo il tuo metro di giudizio gli USA dovevano restare indefferenti a tale attacco,poichè paese democratico,non doveva intraprendere nessuna guerra,e poichè nessuna nazione aveva dichiarato formalmente un ostilità.ma la guerra che è in atto oggi in iraq,non ha come obiettivo la distruzione di ogni abitante iracheno,ma l'eliminazione di terroristi che non hanno scrupoli a farsi saltare in aria alla presenza di qualche occidentale.la guerra di oggi,che fa parte di un progetto + ampio, è nata con l'obiettivo di sradicare il fondamentalismo dal madioriente e instaurare un governo democratico.Che Saddam Hussein non fosse uno stinco di santo è inutile ripeterlo,ma forse qualcuno ignora come quest'uomo alimentava e finanziava l'estremismo musulmano,e non per ultimo possiamo ignorare la fine dei suoi oppositori o presunti tali(migliaia di fosse comuni ritrovate,+ di 4 milioni di morti!!!!).Che si trattasse di un Hitler musulmano tra gli iper pacifisti non l'ha capito nessuno,ma avrei spedito volentieri quest'ultimi tra le minoranze religiose irachene per rendersi conto come questa guerra fosse(purtroppo)necessaria anchè per altri motivi..Per fortuna qualcuno l'ha capito,e per evitare che finisse come a Monaco 1938(nessuno stato europeo si sentì di contrastare la Germania...)ha scelto di intraprendere una guerra preventiva contro il terrore che odia il nostro modo di vita e le nostre libertà civili,quella della donna prima di ogni altra!!
tommyXX
00domenica 30 maggio 2004 00:12
ultima postilla
ultima postilla.ammetto che io sono venuto a conoscenza di queste notizie da pochi giorni,e visto il mio intento di aprire dibattiti seri e di sensibilizzazione all'inerno di questo sito,ho voluto aprire con il rapporto di Amnesty international,e sentire le reazioni di altri giovani come me.una volta sapute certe cose ho sentito il bisogno di divulgarle.meglio di chi sa e non fa niente!!perchè sono convinto che non basta sapere le cose,bisogna anche mobilitarsi come meglio si può!e io l'ho voluto fare aprendo questa nuova discussione.
Peace
00mercoledì 2 giugno 2004 12:59
Pace anche a te...
... Tommyxx, che ancora devi scoprire tante cose! Non ci vuole molto, sai, a scoprire che la pace non può essere "imposta" o "instaurata", meno che mai con la forza "calcolata" e con l'intervento militare.
Che l'attuale guerra contro l'Iraq non può essere giustificata come ritorsione contro il terribile attentato terroristico dell'11 settembre, lo ammettono ormai tutti. Tutti, caro Tommyxx.
Tutti, vuol dire persino Bush, che ora ha il grave problema di riconquistare i consensi del suo popolo. Per capire questo non è necessario conoscere la storia o la filosofia, è sufficiente leggere i giornali: non sono state trovate le famose armi di distruzione di massa di Saddam, non esistono prove che l'Iraq sia coinvolto nell'attentato dell'11 settembre. Oggi esistono soltanto altre bare avvolte dalla bandiera a stelle e strisce.
Che anche in Iraq si annida il terrorismo, è terribilmente vero.
Ma se servisse o se bastasse la guerra per sdradicare e combattere il terrorismo, come mai ci sono ostaggi (anche italiani) barbaramente uccisi o ancora prigionieri?
La guerra, caro Tommyxx, sta mietendo vittime civili e innocenti in Iraq, mentre i terroristi continuano ad agire e a fare nuovi proseliti.
La guerra "preventiva" è un orrore, inconcepibile per un Paese civile e democratico, inconciliabile con i valori che pure dici di condividere. E' in nome di questi valori che l'O.N.U. non ha potuto "autorizzarla" questa sbagliatissima guerra.
La guerra preventiva può produrre solo altro odio verso l'occidente. Se noi alimentiamo l'odio, il terrorismo si rafforzerà. Occorre trovare altre soluzioni, per difenderci dal terrorismo e per costruire un futuro di convivenza civile con questi paesi.
Ripeto: su queste conclusioni, sono ormai tutti d'accordo. Non li leggi i giornali? Tutti, compresi gli U.S.A., non vedono l'ora che questa guerra finisca, che cessi l'occupazione, che si restituisca l'Iraq agli iracheni. Perchè è una guerra sbagliata, che sta costando troppo cara prima di tutto ai paesi che l'hanno voluta e senza portare alcun frutto, ma anzi ha aggravato le cose... e ha determinato gravissime conseguenze di distruzione e morte in un paese già martoriato. Anche gli iracheni che sono felici di essersi liberati di Saddam, non ne possono più di questa guerra. Lo capisci, questo, Tommyxx???
Hai aperto questa discussione proprio dal rapporto di Amnesty che dimostra come appunto siano altre le ragioni vere delle guerre. Ricordi?

TommyXX
00mercoledì 2 giugno 2004 23:36
con gli USA
Anche io come te, avrei preferito che la questione irachena si risolvesse diplomaticamente.Non dimentachiamo che i mesi precedenti l'inizio del conflitto si era cercata una soluzione che escludeva l'uso della forza. ma questo non è avvenuto ed è iniziata la guerra.Una guerra che,ripeto,tantomeno è servita a distruggere un tiranno terribile quanto lo fu Hitler.Ripeto anche:non ho mai sentito Bush dichiarare che questa guerra non c'entrasse niente con l'11 settembre...tutt'altro!è pure vero che non si sono trovate armi di distruzione di massa,ma la vera arma di distruzione di massa in Iraq era Saddam Hussein!poi non capisco il riferimento fatto sugli ostaggi uccisi?!...Per quanto riguarda l'ONU,starei attento a dargli troppo valore,resta sempre un'importantissima organizzazone,ma non dimentichiamo fatti come Ruanda 1994,dove un mancato quanto sperato intervento dell'ONU ha permesso che si compisse uno dei + terribili genocidi della storia africana.Torniamo alla questione irachena:Se l'america si dovesse ritirare precipitosamente,come vorrebbero i pacifisti,acconteterebbe loro,ma anche Bin Laden.e poi proprio adesso,che finalmente si è trovata una risoluzione internazionale definitiva che porta in Iraq piena Democrazia.Mah?inoltre,in caso di ritiro,si avrebbero conseguenze gravissime:il potere agli sciiti + sanguinari,ai sunnti + radicali...una guerra civile che implicherebbero rischi anche alle regioni circostanti.Sicuramente,non c'è guerra che si faccia solo con buoni sentimenti.C'è sempre interazione tra realismo e idealismo.detto questo, penso che in Iraq abbiano contato molto di + le motivazioni dell'antiterrorismo che quelle del petrolio.Dietro l'11 settembre gli USA avevano individuato denaro saudita,personaggi sauditi e l'ideologia wahabita.Ma un attacco all'Arabia saudita non era possibile,e per tenerla sotto controllo,andava occupato un regime intorno.Se gli americani avessero voluto fare una spedizione per il petrolio avrebbero scelto un paese + vicino e + fragile,come il Venezuela di Chavez.Sostengo pure che la presenza italiana è coraggiosa e meritevole,e che i veri motivi del non interventismo francese e tedesco sono di natura economica,poichè entrambi i paesi avevano scambi commerciali clandestini di milioni di euro con Hussein!per non parlare di Zapatero,che ha fatto del ritiro degli spagnoli in Iraq uno slogan elettorale...che ipocrisia!!e poi ancora...con che diritto pacifisti e governi neutrali tuonano contro le torture quando per 35 anni anni non hanno fatto niente contro le atrocità di Saddam in quelle stesse prigioni??.E onore agli Usa che ha dimostrato che quando commette dei crimini li rende pubblici e li porta in tribunale!!sentito?Si prenda a confronto la guerra d'Algeria.Lì la Francia ha torturato molto di + e + a lungo ma nessun militare è stato mai processato.Nè le torture sono state oggetto di stampa.Tuono ancora contro chi manifesta contro Bush il 4 giugno:mi sembrano gli stessi pacifisti e comunisti che negli anni 60 e 70 manifestavano nelle nostre piazze contro la NATO e andavano in pellegrinaggio in Russia.Oggi la storia ha dimostrato chi avesse ragione e chi no!!in Russia il regime comunista fece in 70 anni 50 MILIONI DI MORTI!!(fonti attendibili dei nuovi servizi segreti russi).e gli USA si sono dimostrati patria della libertà e dell'uguaglianza,e se oggi stiamo qui a discutere liberamente...lo dobbiamo a loro!!Secondo me in questo momento drammatico bisogna prendere una posizione:stare accanto di chi difende i principi occidentali,oppure sostenere indirettamente gli estremisti musulmani...bene!!credo che la mia posizione sia chiara! Un'ultima cosa.Per questo scritto,ho preso spunto dall'intervista fatta da un settimanale italiano ad Andrè Glucksmann,filosofo,opinionista francese influente.Quindi forse c'è ancora qualcuno che non la pensa come te.
Peace
00giovedì 3 giugno 2004 20:04
Solo la pace può unire l'umanità
E' ovvio, Tommyxx, che la pensiamo in maniera diversa tu e io! e allora di che stiamo discutendo?
Ed è ovvio che ci sono posizioni diversissime sulla guerra in Iraq... ci mancherebbe altro!
Quello che intendevo dire è che, allo stato delle cose, ci sono anche opinioni convergenti (e meno male!) che finalmente uniscono un pochino gli schieramenti contrapposti. E ciò è dovuto al fatto che sono emersi fatti incontrovertibili:
Primo: non sono state trovate le famose armi di distruzioni di massa, nè prima della guerra, quando l'ONU è andata a verificare, nè dopo la guerra. E' vero che Saddam in passato ha usato quelle armi contro i curdi, così come è vero che quelle armi allora gli furono vendute proprio dagli U.S.A... ma questo lo saprai già, informatissimo come sei!
Secondo: il fondamentalismo terrorista, il più terribile flagello del nostro tempo, non aveva la sua base centrale in Iraq. Il regime di Saddam, terribile e disumano, è stato tuttavia giudicato (da storici, opinionisti, geopolitici, studiosi, non da me o da te) uno dei più laici dei paesi arabi.
Nemmeno dopo la guerra o durante l'occupazione sono emerse novità tali da mutare questo fatto.
Terzo: il terrorismo si è rafforzato con la guerra. Gli ostaggi, l'attentato contro i nostri carabinieri, il feroce attacco a Madrid, c'entrano, eccome! Perchè mi devi spiegare come mai in un paese occupato e piegato dalla guerra, il terrorismo possa essere in grado di colpire in questo modo. La guerra non doveva servire proprio a sconfiggerlo?

A proposito di opinioni diverse, ti dirò anche che non condivido per niente la tua impostazione (e di quanti ragionano così) "pro o contro gli U.S.A.". Ritenere sbagliata la guerra in Iraq non vuol dire essere contro gli U.S.A. Chi vuole costruire la pace, non divide il mondo in buoni e cattivi e non riconosce come nemico chi non la pensa come lui o chi sta sbagliando.
Gli U.S.A., come chiunque altro, hanno luci ed ombre nella loro storia. Chi vede solo le luci sbaglia come colui che vede solo le ombre.
Per questo non condivido nè quelli che, pur avendo in comune con me la stessa bandiera d'arcobaleno, vogliono accogliere Bush manifestando contro di lui, nè quelli che, come te, ragionano praticamente allo stesso modo, demonizzando alcuni e deificando altri, fideisticamente o sulla base di pregiudizi.
TommyXX
00lunedì 7 giugno 2004 15:46
!!!
carissimo...per non incorrere in altre tue smentite, quello che segue l'ho raccolto da autorevoli e non sono frutto di pregiudizi o ideologie (che cerco di non avere).Innanzi tutto vorrei informarti che è appena uscito un documentatissimo libro di Stephen F. Hayes che si intitola "The Connection" che afferma senza riserve il legame tra Saddam ed Al Qaida.Si dice che il regime iracheno fosse laico,mentre al Qaida è un organizzazione religiosa...si omette, però, di ricordare la sterzata islamica che Saddam diede al suo regime dopo la prima guerra del Golfo del 1991,sterzata culminata anche emblematicamente con la decisione di aggiungere la scritta "Allah Akbar", "Dio è grande", al centro della bandiera nazionale.Saddam Hussein mutò radicalmente la natura del regime iracheno...operò insieme con il leader estremista sudanese,Hassan al Turabi, già cortese ospite di Osama, e con le + fondamentaliste tra le organizzazioni politiche del mondo arabo,da Hamas a Hezbollah, una frattura dentro il mondo islamico:da una parte i cosiddetti regimi arabi moderati,che avevano chiesto l'aiuto occidentale per difendere il Kuwait, dall'altra i gruppi fondamentalisti.Saddam difese Osama quando quest'ultimo dichiarò nel 1998 che è un "dovere islamico" colpire "il Satana americano e suoi alleati,cosicchè imparino la lezione",e fu uno dei pochi,forse l'unico, capo di stato arabo che salutò con gioia l'attacco all'America. I giornali controllati da Saddam applaudivano Osama come un "fenomeno salutare per lo spirito arabo" oppure "eroe arabo e islamico". Nel 1998 il Dipartimanto della Giustizia dell'Amministrazione Clinton mise sotto inchiesta bin Laden anche con queste parole "Al Qaida ha raggiunto un accordo con l'Iraq per non lavorare contro quel governo,mentre su progetti particolari,che specificatamente includono lo sviluppo di armi, al Qaida lavorerà in modo cooperativo con il governo dell'Iraq".Saddam e Osama,insomma, condividevano lo stesso,identico,progetto politico:conquistare il mondo arabo musulmano,colpire gli americani,distruggere Israele. E infatti,una buona parte dei guerriglieri di Al Qaida, cacciati dall'Afghanistan talebano,si è rifugiata in un enclave del Kurdistan iracheno sostenuta da Saddam.Nella capitale irachena risiedeva anche il terrorista dell'Achille lauro,Abu Nidal.Saddam finanziva com 25 mila dollari la famiglie di assassini-kamikaze di Hamas!.gli esempi sono infiniti...Tra l'altro al primo attento alle Torri gemelle,nel 1993,partecipò un iracheno,Abdul Rahman Yasin,il quale sfuggì alla giustizia americana,che lo condannò,e si rifugiò a Baghdad.Saddam ovviamente rifiutò l'estradizione.A Baghdad,dopo la guerra, è stato trovato un documento che prova un incontro della primavera 1992,in Siria,tra Osama e uomini dei servizi segreti iracheni e rappresentanti dei talebani...infine:il team che in Iraq cerca le armi di sterminio ha trovato mucchi di documenti,fotografie,dossier e trascrizioni che potrebbero dimostrare i rapporti pre 11 settembre tra l'Iraq e al Qaida.ma il discorso sulle armi non finisce quì:all'Agenzia atomica internazionale(Aiea),torre d'avorio della crema degli ingegneri nucleari e degli scienziati di tutto il mondo,corrono altre voci."L'Iraq è il bazar delle meraviglie per la vendita di materiale nucleare e biologico".fonti dell'agenzia sottolineano che negli anni 90 saddam fece galoppare la ricerca sulle armi batteriologiche.La descrizione degli aerei attrezzati per la dispersione di armi biologiche fatta dal segretario di stato Colin Powell nel febbraio 2003 in Consiglio di sicurezza è accurata.Gli aerei c'erano e Saddam in + occasioni ne saggiò l'operatività...inoltre,sia nel 1998 sia nel 2003 gli ispettori,sottolineano all'Aiea,tornarono con molti dubbi!un'altro aspetto che ti devo contrastare riguarda il binomio da te fatto:guerra all'Iraq = + terrorismo.Non c'è dubbio che la guerra abbia scatenato le ire dei fondamentalisti(vistosi privare di uno stato amico)ma l'odio contro l'occidente è radicato da ben moltro prima,come saprai,ed ha uno dei suoi inizi + culminanti con l'ascesa al potere negli anni 80 dell'Ayatollah Khomeini in Iran,e da lì espansosi in altri paesi del mondo islamico.da allora l'odio nei confronti dell'America e dei suoi alleati(indissolubilmente anche l'Italia) non è mutato,come non sono mutati i loro fini.La mia intenzione non è neppure dividere il mondo tra buoni o cattivi solo in base a pregiudizi,ma in base all'effetto distruttivo e nagativo che hanno nel mondo i regimi intolleranti verso la libertà e i fondamentalisti.ps: non capisco bene da dove è nato il nostro scontro-confronto,visto che nei primi post avevo soltanto espresso il mio disappunto contro le manifestazioni anti-Bush(poichè dal mio punto di vista,partigiane e antistoriche) senza neppure accennare alla guerra irachena...manifestzioni che ,tra l'altro,anche tu non appoggi. ciao
tommyXX
00martedì 8 giugno 2004 01:45
D-Day, grazie America
D-DAY, ANCORA GRAZIE AMERICA (Corriere della Sera)
Estratto da “Corriere della Sera” del 5 giugno ’04, pagina 1/13


D-Day, ancora grazie America
L’EUROPA 60 ANNI DOPO

di andrè GLUCKSMANN

Dieci anni fa rimpiangevo l'assenza del cancelliere tedesco alle cerimonie di Normandia. Oggi, non rinuncerò al mio piacere, intimo quanto filosofico. Rivolgo un grazie ai soldati che sbarcarono il 6 giugno 1944, quando la rete della Resistenza dove lavoravano mia madre e le mie sorelle più grandi cadeva nelle grinfie di Klaus Barbie: arresti, torture, corpi martirizzati spediti senza ritorno là dove sapevamo. E grazie agli americani, agli inglesi, ai canadesi, agli australiani che mi hanno salvato il resto della famiglia, grazie a coloro che permisero ai francesi di oggi di non essere costretti a pensare da nazisti o da stalinisti.

Senza D-Day, non ci sarebbe stata Europa a Sei, a Quindici, a Venticinque e oltre. Sono ancora pervaso, privilegio dell'età, della gioia cosmica, estatica, che scoppiava al di sopra della mia testa di bambino quando gli adulti pronunciavano la parola «liberazione».

Dovemmo aspettare la metà degli anni Settanta affinché un presidente della Repubblica federale riconoscesse chiaramente e distintamente che la Germania, al termine della Seconda guerra mondiale, non fu «invasa», ma «liberata». È perché la differenza fra queste due parole mostrasse la sua evidenza decisiva che i miei cari, quelli più vicini e quelli più lontani, a Lione, a Omaha Beach, a Stalingrado, sono morti. Si parla a sproposito, con i tempi che corrono, di «legittimità internazionale». L’unica, la vera, fu inaugurata sulle spiagge normanne. Se l’Onu, malgrado il suo lato caotico, non assomiglia del tutto alla triste Società delle Nazioni, è perché i suoi fondatori a San Francisco avevano giurato che Giappone e Germania non sarebbero stati conquistati né colonizzati, ma semplicemente liberati dal fascismo. Da qui derivano due principi che, sostenendo silenziosamente la Carta delle Nazioni Unite, impongono le sue inevitabili ambiguità e contraddizioni: 1) il diritto dei popoli a essere liberati; 2) l’autolimitazione del diritto del vincitore, al quale è vietato conquistare, ma che è portatore di democrazia.

Il diritto dei popoli ad essere liberati da un dispotismo estremo - diritto al D-Day - prevale sul rispetto ordinario delle frontiere e sul principio secolare di sovranità. Tenuto conto della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, grazie all’esperienza dei totalitarismi, il diritto essenziale dei popoli di disporre di se stessi non deve garantire né implicare il diritto dei governanti a disporre dei loro popoli. Sullo sbarco in Normandia si basano i recenti interventi in Kosovo, in Afghanistan e in Iraq, anche senza copertura del Consiglio di Sicurezza. Per una ragione decisiva: la legittimità inaugurale che guidò la costituzione dell’Onu supera in autorità la giurisprudenza ordinaria delle istituzioni nate da quella legittimità fondatrice. Tanto più che in questo decimo anniversario del genocidio dei Tutsi in Ruanda, il ricordo di spaventosi fiaschi nella gestione dell’Onu non sfugge a nessuno e soprattutto non sfugge a Kofi Annan che predica, invano, l’urgenza di una riforma radicale delle istituzioni e della legislazione internazionali.

Possono ancora, gli americani, fare appello al diritto d’ingerenza battezzato nel sangue versato per liberare l’Europa? Sì. Malgrado le recenti ignominie commesse nelle prigioni irachene, moralmente insopportabili, politicamente controproducenti e strategicamente assurde, di cui portano l’intera responsabilità? Sì. Perché, nel bene e nel male, gli Stati Uniti restano una democrazia. L’unica, da quanto mi risulta, che non abbia censurato, in piena guerra, la pubblicazione dei crimini commessi dai suoi soldati. L’unica dove la stampa e la televisione svelano in poche settimane la vastità degli abusi e scrutano liberamente gli annessi e i connessi del disastro compiuto. L’unica dove le commissioni d’inchiesta parlamentari portano in tribunale un presidente, ministri, generali, capi dei servizi segreti interrogandoli senza riguardi né restrizioni.

Ricordiamoci che la Francia, tanto generosa nell’impartire lezioni, in quarant’anni non ha mai incolpato, giudicato o condannato neanche uno dei militari che torturarono durante la guerra d’Algeria. È cinquant’anni dopo la fine delle ostilità, nel 1995, che un Presidente riconobbe le responsabilità della Repubblica fra il 1940 e il 1945. Ed è oggi, dieci anni dopo i fatti, che diversamente dal Belgio, dall’Onu e da Washington, la Francia si ostina, a destra come a sinistra, a rifiutare qualsiasi scusa ai Tutsi vittime di genocidio. Tutto questo innalza noi francesi ad altitudini morali inaccessibili ai rozzi yankees, afflitti da una stampa insolente, da un Senato indagatore e da governanti costretti ad aprire i loro dossier per spiegarsi in tempo reale.

Altrove, guardate com’è diverso, regna l’omertà. Aprile 2004. La prima videocassetta: torture sistematiche, occhi estratti dalle orbite, membra strappate di presunti combattenti, piramide di corpi. Seconda videocassetta: esecuzione deliberata di una madre e dei suoi cinque figli (dai 12 mesi ai 7 anni) nei pressi di Chatoi, in Cecenia. Due testimonianze filmate da soldati russi nauseati dalle gesta dei loro compagni d’armi. Un solo giornale di Mosca, la Novaia Gazeta , pubblica le foto. Nessuna reazione. Silenzio radio-televisivo, silenzio della giustizia, non una parola dalla gerarchia militare e politica, mutismo mondiale. Bush è accolto sotto una valanga di proteste, Putin è accolto come un fratello.

Eppure oggi il cittadino americano è il solo a guardare, giudicare e condannare a caldo i misfatti perpetrati in suo nome. L’America non è popolata da angeli, ma rimane la patria numero uno dei diritti dell’uomo perché, più che altrove, è capace di darsi i mezzi per mettere in luce e quindi bloccare la loro violazione. I diritti dell’uomo misurano la nostra capacità di resistere all’inumano, al male che ci è di fronte come al diavolo che è in noi.

di André Glucksmann
(traduzione di Daniela Maggioni)





Ospite
00domenica 13 giugno 2004 13:55
A parte il fatto che gli Americani vennero in Europa per interessi Economici (I debiti che gli Inglesi e i Francesi avevano con gli stessi USA rischiavano di andare persi qualora i tedeschi avessero vinto la guerra).
Per quanto riguarda l'Italia il discorso è ancora diverso. Gli Americani NON VENNERO per liberare gli Italiani, ma per aprirsi una breccia a Sud stringendo i Tedeschi da tutti e quattro i lati d'Europa (SUD e OVEST dagli stessi USA, EST dai Russi, NORD dagli Inglesi). A prova di quanto sto dicendo basta leggersi la storia della giornata in cui i nostri delegati andarono a firmare il trattato di pace (vennero trattati come dei poveracci).
Ma il discorso della liberazione va accantonato una volta per tutte per un motivo molto semplice: Se vale l'equazione per cui noi dobbiamo per sempre essere grati agli USA, per converso dovremmo vivere con la diffidenza e il timore verso la Germania e che tiranneggiava in quell'Europa. E in qualche modo osteggiarla e invece mi sembra che sia una delle nostre migliori partner economiche e sopratutto lo siano degli stessi Stati Uniti. Idem il discorso per il Giappone.
A dire il vero il Giappone cominciò a stringere rapporti commerciali con gli USA dopo solo 10 anni dallo sganciamento di 2 bombe atomiche sulle città inermi (più di 2 milioni di vittime civili con tutte le conseguenze che conosciamo).

Il discorso della guerra in Iraq è ancora diverso da tutto. Si può essere favorevoli o contrari, ma per favore smettiamola con la storia della gratitudine perpetua verso gli USA.

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