00 18/04/2004 13:07

Si è conclusa con l'arrivo nel porto di Sfax del mercantile tunisino che li ha raccolti l'odissea degli sventurati - un centinaio - recuperati in mare al largo di Lampedusa mentre con una barca da pesca di poco più di 10 metri cercavano di raggiungere le coste italiane. L'imbarcazione sarebbe partita dalle coste nord-occidentali della Libia. Appena scesi dalla nave che li ha tratti in salvo, i clandestini sono stati presi in consegna dalla gendarmeria, che, dopo averli interrogati, procederà alla loro espulsione. Per il salvataggio è stata determinante la telefonata di una colf somala che vive a Bergamo. Giovedì sera la donna aveva avvertito le autorità italiane che un barcone di clandestini stava per affondare nel Canale di Sicilia: lo aveva saputo dal fratello che si trovava sulla barca e che era riuscito a chiamarla con un telefono satellitare. Scattate le ricerche, il primo avvistamento dell’imbarcazione, una barca da pesca in legno bianca e verde carica all'inverosimile, è avvenuto intorno alle 18.20 di venerdì, circa 80 miglia a sud-ovest di Lampedusa. Dopo diverse ore, la barca veniva affiancata da un mercantile che con grande difficoltà, visto lo stato del mare e il forte vento, riusciva a recuperare tutti i clandestini.